Grazie ad un puntualissimo servizio delle Iene è tornato alla ribalta il tormentone terra piatta.
Ma io non voglio parlare di terra piatta, tanto meno dei terrapiattisti, mi voglio concentrare su qualcosa di molto più utile, ovvero che cosa ha generato il confronto con questo tema, cioè un dualismo dove entrambi gli schieramenti si rivelano posizioni fallaci e deleterie.
Ho visto recentemente un intervista tra due youtuber abbastanza famosi, uno imprenditore nel web marketing e l’altro divulgatore scientifico, soprattutto nell’ambito astronomico.
L’imprenditore intervistava il divulgatore scientifico e, a nemmeno due minuti dall’inizio, come prima vera domanda scatta lo sfottò “ma quindi la terra è piatta?” e giù di risate stile “ma come si fa a credere nel 2018 ‘sta roba?! Ahahahah”.
Ripeto: non sono qui a parlare di terra piatta ma piuttosto ad analizzare freddamente quello che succede da un punto di vista psicosociologico.
I’imprenditore ha in passato già parlato di complotti esattamente come fanno tutti i convenzionalisti: mettendo tutti i complotti in un calderone, senza mai affrontarli nel merito e trattando chiunque creda a quei complotti come qualcuno che rientra in un cliché comportamentale e mentale. Tra l’altro strutturando un pensiero fragilissimo e conte stabilissimo perché che significa credere nei complotti? Quanto ci devo credere? Se ho un solo dubbio vale? E a quanti devo credere per rientrare? Uno, due, tutti? E quali sono i complotti? Anche quella su Nixon era una teoria del complotto eppure… è evidentemente una categoria arbitraria in cui appaiono e scompaiono teorie a convenienza, in un “modus pensandi” non diverso da qualcuno che asserisce che tutti i neri rubano o che tutte le bionde sono stupide, solo che in questo caso non si passa da idioti, il contrario.
Tutto questo ragionamento di bassa lega è condito da analisi psicosociologiche da bar che di per sé, tra l’altro, sarebbero anche corrette e sarebbero utili proprio a contestare la visione convenzionalista, ma in questo caso sono usate in maniera grossolana e distorta proprio per corroborare quel cliché del complottista che occorre per non ragionare nel merito ma piuttosto “beccare nel mucchio”.
Due di queste definizioni psicosociologiche sono il “bias cognitivo” e la “echo chamber”.
Molto brevemente: il bias cognitivo tende a far credere a una persona qualcosa in base a un pregiudizio o un ragionamento non basato su evidenze, non attinente alla realtà, con una forza tale che nemmeno evidenze contrarie smuovono la sua convinzione.
L’echo chamber è la ripetizione di un’informazione (un’idea, una versione di un fatto, un credo, ecc.) all’interno di un sistema chiuso in cui tutti la pensano alla stessa maniera rafforzando l‘attaccamento a quella informazione ed escludendo voci di dissenso.
Questo è quello di cui è succube la presunta categoria dei complottisti secondo i convenzionalisti.
Queste stesse definizioni sono immancabilmente citate di nuovo dall’imprenditore nell’intervista di cui sopra, dopo le risate sulla terra piatta, ovviamente. Ma quello che è interessante è la premessa che l’imprenditore fa prima di iniziare la derisione, ovvero l’ammissione di essere un ignorante, di non capirci una mazza di astronomia perché non è il suo campo, anzi, ammette di avere un sacco di dubbi persino nel suo campo.
Quindi abbiamo davanti qualcuno che dice di non sapere nulla di un argomento ma che davanti a una teoria che riguarda proprio quell’argomento (e che per sua stessa ammissione non è assolutamente in grado di confutare) è profondamente convinto sia falsa al punto da deriderla sonoramente.
Un momento… non è esattamente quello che farebbero i cosiddetti complottisti? Cioè ci troviamo davanti a un atteggiamento che è persino più risibile di quello di un terrapiattista perché il terrapiattista per lo meno si è informato ed è convinto di avere delle nozioni in merito, certo sono nozioni completamente sballate e ridicole, ma almeno lui ne è convinto perché crede di avere delle risposte. Qui invece siamo di fronte a qualcosa di peggio, cioè qualcuno che sa di non avere risposte, di non capire nulla di un argomento ma è pronto a sostenere qualcosa su quell’argomento, deridendo tutti gli altri… e cioè dando un esempio perfetto di veri bias cognitivo ed echo chamber: opinioni basate su preconcetti non messi in discussione e rafforzati dal dibattito con chi la pensa già alla stessa maniera.
Io non mi sono mai permesso di deridere una teoria e chi la sostiene senza averci mai “guardato dentro”. Sulla terra piatta ad esempio ho detto la mia in passato e infatti potrei elencare decine e decine di elementi che smontano la teoria, ma mi cascano le braccia quando magari poi incontro qualcuno che la deride ma non è nemmeno in grado di spiegare come e perché esistano le stagioni.
Oggi abbiamo due fenomeni opposti altrettanto nocivi: il primo, più evidente, è quello di chi crede in teorie astruse e idiote sentendosi il risvegliato del nuovo millennio mentre sta facendo un favore enorme al potere costituito perché queste idiozie vengono enfatizzate dai media così da allegarci ideologicamente tutte le teorie veramente scomode al potere; il secondo è quello dei presunti intellettuali convenzionalisti che si oppongono ai primi, deridendoli, ma non avendo la minima idea di che cosa stiano parlando, quindi facendo solo da idioti ripetitori di qualsiasi cosa faccia parte dello status quo.
Come al solito il sistema offre sempre il frame in cui due finte opposizioni si scontrino perché tutto rimanga esattamente com’è.
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Peggio del terrapiattismo?
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