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Reddito di schiavitù – PODCAST n.17

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Una delle proposte che sembra acquisire sempre più consenso politico è il reddito di cittadinanza, visto dalla gente come un netto miglioramento delle condizioni sociali e arma efficace contro povertà e indigenza.
Un’altra categoria di entusiasti promotori di questa soluzione sono i tecnocrati e i loro appassionati portavoce.
Non si contano più i video in cui con belle musichette e slogan ammiccanti, si promette un futuro migliore grazie alle nuove tecnologie, verdi, rinnovabili, sostenibili. E grazie all’automazione.
Due enormi inganni.
Il primo è pensare che possa esistere una tecnologia buona: andando a scavare, qualsiasi nuova tecnologia “green” è in realtà un bluff che va ad annullare lo sfruttamento della tecnologia che sostituisce, solo lo rende diverso. Ma questo punto sarebbe troppo lungo da spiegare perciò vi rimando questi link:
https://goo.gl/iDVK1J
https://goo.gl/HbO8tU
https://goo.gl/AUmV0q
https://goo.gl/TZYqEC
https://goo.gl/RDiiX5
https://goo.gl/ugQvHF

Premetto già che non degnerò di un secondo del mio tempo le varie argomentazioni tipo “ma la tecnologia è uno strumento, dipende da come la usi” oppure “ma anche tu stai usando un pc”. Sono argomenti che ho già affrontato e che troverete in quel link.
Parliamo invece di questa salvifica automazione.

L’automazione viene venduta come liberazione dell’uomo dal lavoro. Infatti alcuni stimano che si potrebbe automatizzare il 90% del lavoro su questo pianeta. Sono due i motivi principali per cui questo non avviene: il primo è perché per alcuni tipi di lavoro non esiste ancora la tecnologia necessaria (e quindi un po’ di pazienza); il secondo è perché l’economia stessa vi rema contro, visto che questa si basa sul lavoro e il giochetto andrebbe all’aria. Quindi secondo i tecno-entusiasti avremmo anche una specie di lotta tra i poteri forti economici e la buona tecnologia che ci libera dal gioco del lavoro e dell’economia in un colpo solo. Pensa te che roba!
E pensa te invece quanto siamo fessi nel gioire del fatto che il 90% dei lavori sono automatizzabili…ma che c’è da gioire? Sapete cosa significa? Che questo mondo è fatto per il 90% PER le macchine, non per l’uomo. Questo dovrebbe farci porre seri quesiti sul percorso che abbiamo intrapreso e dove la tecnologia ci ha portati. In questo senso la tecnologia non è diversa dall’economia: è un mostro che abbiamo creato e dal quale dipendiamo totalmente, al quale dobbiamo sottostare, adeguarci, obbedire e servire. È un qualcosa che sembra darci una mano, ma fa esattamente l’opposto rendendoci macchine a nostra volta, utilitaristi, normati, separati, freddi, ripetitivi, in un ambiente appunto fatto per le macchine, non per noi, perché la tecnologia è il padrone e noi il servitore, esattamente come funziona per l’economia.

E se dovessimo automatizzare tutto? Questo ci ridarebbe una dimensione umana? Secondo voi il problema che ci ha convinti a essere usati come macchine, in un sistema folle, si risolverà mettendo delle macchine al nostro posto e lasciando la follia che abbiamo costruito così com’è? Ovviamente no, avremo lo stesso mondo fatto per le macchine, gestito da macchine.
E come ha sintetizzato un matematico della Berkley più di 20 anni fa, in un mondo gestito da macchine avremo due possibilità: lasciare il totale controllo decisionale alle macchine o mantenerlo in mano nostra.
Nel primo caso appare chiaro che lasciando completa autonomia alle macchine, saremmo alla loro mercé: loro avrebbero il potere totale, noi possiamo solo sperare che continueranno ad agire per il nostro bene. Altrettanto ovviamente questo scenario difficilmente potrà piacere a qualcuno.
Nel secondo caso, quello ovviamente più auspicato da tutti, se volessimo mantenere il controllo, potremmo comunque arrivare a un punto in cui intelligenze artificiali avanzatissime, che si autoreplicano, che imparano, gestiranno un sistema talmente complesso che le macchine saranno migliori di noi nel prendere decisioni. Decisioni che saranno fuori dalla nostra portata (già lo sono adesso in molti campi) e quindi il potere e il controllo si troverà a scivolare comunque dalle nostre mani alle loro, ritenute ovviamente più capaci, più veloci, perfette… per il mondo-macchina che abbiamo creato.
Ma poniamo anche il caso in cui si riesca davvero a mantenere il controllo. Di che controllo stiamo parlando? Stiamo parlando di controllare al massimo il nostro pc, l’intelligenza artificiale di casa nostra, della nostra automobile, magari gestire l’impianto neuronale che sostituirà la fallace memoria umana… ma il controllo sui sistemi più grandi sarà sempre nelle mani di una stretta élite, esattamente come oggi ma peggio perché il loro controllo, proprio grazie alla convergenza tecnologica di nanotecnologie, scienze informatiche, neuroscienze, genetica e bio-banche, sarà capillare, sino a livello biologico, sarà controllo totale. Ancor peggio sarà controllo totale su una popolazione divenuta ormai praticamente inutile al sostentamento del sistema proprio grazie all’automazione. Riuscite a farci un pensierino?

Tornando a noi, allora, che c’entra il reddito di cittadinanza con tutto questo? Ragioniamoci su un attimo. Quando mai, a parte rare occasioni che sono subito rientrate nei ranghi, la tecnologia è stata in contrasto con l’economia? La tecnologia e la scienza sono sempre state al servizio dell’economia, infatti le ricerche dipendono quasi esclusivamente dai finanziamenti militari o di imprese private per scopi aziendali, più che altro aziende farmaceutiche (che saranno proprietarie di quelle ricerche, dei dati acquisiti ed anche delle tecnologie risultanti).
Alla tecnologia servono cose, servono fabbriche. La tecnologia si basa sul produttivismo che si basa sulle regole dell’economia. Ma se nessuno lavora perché i lavori sono stati automatizzati e quindi nessuno avrà reddito, a chi venderanno la loro spazzatura tecnologica?
Ecco a cosa serve il reddito di cittadinanza: è la mancia dei padroni che, quando saremo rimasti senza lavoro, ci garantirà il minimo indispensabile per continuare ad essere i loro acquirenti, permetterà al giochetto produci-consuma di non rompersi. Sarà appena il necessario sufficiente a permetterci di trascinarci coi gomiti nel deserto freddo, disumano e controllato che creeranno, mentre nuovi bisogni indotti saranno creati e inseguiti, fatti passare per progresso, mentre il mondo continuerà a collassare, magari più lentamente, in un’infinita agonia silenziosa, ma con un bel sorriso scintillante in nano carbonio.

Ed il potere avrà di nuovo solo cambiato volto.


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